A Bellinzona qualcuno da tempo si pone il quesito se il futuro Ospedale regionale debba veramente essere edificato sui terreni nel comparto della Saleggina, recentemente acquistati dal Cantone, visto che oggi sono disponibili per l’agricoltura. Si continua a legiferare per salvaguardare le aree agricole e poi sono gli enti pubblici a sacrificare terreni adatti all’agricoltura a favore di costruzioni che andrebbero realizzate in zone edificabili.
È noto il caso delle FFS, che vogliono costruire il loro nuovo stabileindustriale a Castione, in zona agricola di più di otto ettari, invece che in altri terreni già pianificati per l’industria. Se proprio a Castione le officine le si potranno edificare, allora perché non utilizzare i terreni della Saleggina per le compensazioni e il comparto delle attuali Officine, edificabile, per costruirvi il nuovo Ospedale regionale?
Il ragionamento sembra filare.
1) Il nuovo ospedale sarebbe a due passi dalla stazione, quindi di facile accesso con i mezzi pubblici;
2) gli oneri imposti dall’Ufficio federale dei trasporti alle Ferrovie sarebbero rispettati senza «cosmesi», grazie alla trasformazione dei terreni della Saleggina da terreni adatti all’agricoltura in terreni anche formalmente agricoli;
(3) nessuna autorità dovrebbe utilizzare «distorsioni» per affermare la compensazione proposta dalle FFS.
E noi di Lugano cosa c’entriamo?
Si potrebbe pensare che dovremmo restare indifferenti poiché i quesiti riguardano solo Bellinzona e i bisogni dell’agricoltura. Nella testa di molti politici cantonali il futuro ospedale regionale di Bellinzona, regionale non dovrebbe restare, trasformandosi invece nell’Ospedale cantonale, quello che in Gran Consiglio hanno già deciso che si dovrebbe fare, magari trasformandolo in «universitario». Se così fosse, allora c’entriamo anche noi, perché l’Università è a Lugano (con l’Accademia di architettura a Mendrisio). A Bellinzona un nuovo ospedale regionale, a Locarno e a Mendrisio importanti investimenti ospedalieri appena realizzati o in corso d’opera. Per Lugano, al Civico, è previsto il risanamento dei piani, ormai obsoleti, che ne prolungherà la vita di una ventina d’anni. Poi però ci vorrà altro perché un secondo maquillage non sarà possibile. Nel frattempo la Facoltà di scienze biomediche avrà nuovi sviluppi, il che permetterebbe di ipotizzare per davvero un futuro Ospedale universitario.
La domanda ritorna, dove? Nel quartiere universitario, evidentemente, che a Lugano si colloca al di qua e al di là del Cassarate. Bisogna quindi pensare, qui in Città, non a livello Cantone, agli spazi ancora liberi in quella zona e forse ipotizzare uno sviluppo ospedaliero intorno all’Italiano. Il percorso che potrebbe portare in Ticino una struttura ospedaliera universitaria non sarà facile e molte premesse di numeri e di qualità devono essere ancora analizzate, ma anche gli spazi conteranno. Lugano ha quindi la possibilità di fare la differenza, ma dovrà avere il coraggio di prendere delle decisioni oggi che sappiano guardare lontano.
Paolo Morel
Presidente PLR Lugano
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