Ci siamo accorti ormai tutti che la città di Lugano sta vivendo cambiamenti epocali direi, strutturali e culturali, ma non solo. Di certo, progetti di particolare rilevanza sono ormai in corso e altri ne arriveranno, la nostra Città si rinnova e noi cittadini luganesi la viviamo nel bene e nel male. Alcuni quartieri evidentemente sono maggiormente coinvolti ed oggi a Besso e nel comparto della stazione FFS, un grande progetto sta cambiando il volto del quartiere.
Frequentando serate informative e dibattiti organizzati a più riprese nel nostro quartiere, il progetto nel suo insieme è, a dir poco, un grande rinnovamento che renderà (spero) più bello tutto il comparto. Ascoltando attentamente i vari relatori che si sono susseguiti, a volte mi vien da pensare che mi piacerebbe avere una bacchetta magica e svegliarci domani nel nuovo quartiere di Besso, più bello e meglio vivibile per tutti noi residenti, per le famiglie e i nostri figli, per le aziende e le attività commerciali, per gli studenti e i nostri anziani. Poi però ritorno nella realtà di oggi e, al momento, siamo molto lontani dal vivere quel sogno.
Non c’è dubbio, tutti i grandi cambiamenti comportano lavori spesso complessi nelle varie fasi di realizzazione e ovviamente comportano anche pesanti disagi per chi nel quartiere ci vive ma, mi ha colpito nelle ultime settimane, il messaggio che ci è stato comunicato e che ho sentito cambiare velocemente nella sostanza.
Mi riferisco, in particolare, alla durata dei lavori, dai dieci anni previsti inizialmente (e sono già tanti) si è passati, tra un evento e l’altro, a “dieci anni, forse 12/15” e ricordo bene il verso spontaneo di stupore della platea a Besso; in seguito (nel giro di poche settimane) si è passati a “sicuramente quindici anni di lavori salvo imprevisti”. Da attento osservatore, vi assicuro che mi rattristava vedere la gente del mio quartiere uscire quasi “depressa” dalla sala, sicuramente preoccupata, forse rassegnata… ma io non ci sto!
Capisco e non può essere diversamente, che i disagi siano inevitabili e, come è stato ribadito nella serata alla RSI, potranno solo aumentare ma mi riesce difficile pensare che dovrò vivere almeno quindici anni di traffico intasato, di strisce pedonali non sempre sicure, di rumori continui, ecc. Certamente mi piace pensare che un domani, non molto vicino in realtà, sarà bello passare nel nuovo tunnel di Besso con la possibilità di raggiungere più agevolmente il centro cittadino, prendere la funicolare e il trenino, usufruire dei negozi e dei servizi utili (spero) che saranno presenti nel nuovo tunnel. Ma invito tutti i responsabili del Municipio, delle Ferrovie, del Cantone, a prendere in considerazione la necessità di comunicare in maniera più trasparente e puntuale le tappe intermedie del progetto, la reale durata prevista dei lavori e le date di realizzazione degli stessi. Sono veramente necessari quindici anni per fare questi lavori?
Mi piacerebbe sapere quando sarà pronta la rotonda così da agevolare la viabilità a Besso, quando si potrà godere del nuovo tunnel (sembrerebbe nel 2025?), quando sarà pronto il nuovo parcheggio, quando si potranno utilizzare le piste ciclabili promesse, gli spazi verdi, i passaggi pedonali in sicurezza, magari nuovi percorsi vita che uniscano i nostri quartieri e le loro bellezze, ecc. Mi piace pensare che il nostro quartiere sarà certamente più bello ma lo voglio anche più vivibile per tutti noi che ci viviamo tutti i giorni assieme ai nostri figli che, si spera, avranno motivi per rimanerci. Mi auguro quindi di sentire, da qui in avanti, una comunicazione più trasparente e puntuale su tutte le tappe del progetto e sulla effettiva durata dei lavori in corso. Noi cittadini di Besso e della grande Lugano siamo pazienti e collaborativi pensando ad una città e a quartieri più belli da vivere, ma meritiamo rispetto e chiediamo che si faccia veramente il possibile per ridurre al minimo i disagi e la loro durata, chiediamo che non ci si “butti in faccia” un boccone gigantesco da masticare, ci si metta nelle condizioni di “ingoiare un pezzo alla volta” godendo ogni tanto di un pezzo del puzzle finito e a disposizione di tutta la cittadinanza.
Innocenzo Caizza