Il tema lupo sì lupo no, sta scaldando gli animi di questa già calda estate. Io sostengo che una decisione, anche urgente, vada presa senza indugi a tutela di tutto il settore primario. Inutile continuare a credere che il lupo, presente ormai in gran numero sul nostro territorio ( 30 esemplari ? compreso alcuni branchi), possa continuare a convivere con l’attività alpestre delle nostre aziende agricole. Una cinquantina di predazioni da inizio anno ad oggi sono effettivamente troppe; i nostri agricoltori, veri e propri manutentori delle nostri alpi, potrebbero scoraggiarsi ed abbandonare tutto.
Il lupo alla non è un animale, come lo sono ovini e caprini da lui predati e non ci sono motivi validi per sostenere la sua protezione a oltranza e una sua diffusione incontrollata nell’arco alpino.
Dobbiamo essere solidali con le aziende agricole e gli allevatori delle nostre valli, attori essenziali per la gestione del territorio e per la nostra economia.
Che ne sarebbe delle nostre valli, delle nostre alpi, se gli allevatori abbandonassero sconsolati la loro attività ? Ci troveremo a breve un territorio non curato con il bosco ad avanzare inesorabilmente. Si dirà poi che comunque gli allevatori che hanno subito danni da predazioni saranno comunque risarciti; vero, ma con il tempo il rapporto che si crea fra allevatori e i loro animali va ben oltre il semplice aspetto pecuniario. Trovarsi alla mattina 8-10 capi sgozzati è certamente una scena raccapricciante che va certamente ad urtare la sensibilità dei pur solidi allevatori.
Una scelta quindi s’impone: io sono per un’immediata regolamentazione del lupo a e per un sano recupero della nostra attività alpestre, vera forza e tradizione del nostro Cantone.
Non vi sono
motivi validi per sostenere a oltranza la sua protezione
Articolo di FABIO SCHNELLMANN Deputato PLR
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