31 Marzo 2025
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Mancano politici come Carlo Battaglini

Mancano politici come Carlo Battaglini

Il circolo culturale intitolato al già sindaco di Lugano ha festeggiato 60 anni. La presidente Morena Ferrari Gamba traccia un bilancio delle attività

‘Favorire la costruzione di una cultura civile e politica aperta e consapevole’. Da oltre sessant’anni questo è l’obiettivo del Circolo Liberale di Cultura Carlo Battaglini. L’associazione, intitolata all’avvocato natìo di Cagiallo e sindaco di Lugano dal 1878 al 3 agosto 1888 – giorno del suo decesso –, ha celebrato lo scorso gennaio il suo sessantesimo anniversario. Un traguardo significativo e non scontato, se si considera che fino a qualche anno fa il Circolo ha rischiato di scomparire dai radar. Negli ultimi anni, invece, è stato rilanciato grazie alla sua attuale presidente, Morena Ferrari Gamba e il suo comitato. Dopo diversi anni passati nell’oblio, ora le conferenze hanno attratto fino a quasi un mezzo migliaio di persone, come è successo in occasione della conferenza con Alan Friedman avvenuta nel 2017.

‘Conferenze scevre da pregiudizi’

La storia del Circolo è indissolubilmente legata al liberalismo luganese e ticinese. Infatti, proprio nell’Assemblea costitutiva, tenutasi il primo febbraio 1964 in un locale pubblico del centro città, tra gli ideatori e soci fondatori c’erano figure di spicco come Franco Masoni, Pino Bernasconi (storico direttore della ‘Gazzetta Ticinese’ e deputato in Gran Consiglio per quattro mandati), Renato Regli (primo presidente del Circolo), Gian Gaetano Tuor (nominato vicepresidente) e Alice Moretti (una delle prime donne elette in Gran Consiglio e in seguito divenuta anche presidente del Circolo).

Come ci spiega Ferrari Gamba, «negli anni si sono avvicendate molte altre grandi personalità. Per me, quindi, è un onore guidare il Circolo dal 2016. Ringrazio per il supporto ricevuto dal mio comitato e da tutti coloro che mi hanno voluta. Il prossimo anno saranno 10 anni. Mi piacerebbe trovare un successore che continuasse il lavoro e che il Circolo non ricadesse nel dimenticatoio. È chiaro che questo ruolo richiede un impegno importante e anche qualche sacrificio, ma in questi anni abbiamo organizzato delle conferenze apprezzate dal pubblico, estremamente variegato e non solo di area politica liberale». In questi anni di presidenza, sottolinea la già prima cittadina di Lugano, «c’era la consapevolezza che fosse fondamentale riportare la cultura politica al centro del dibattito, soprattutto per le nuove generazioni. Oggi, come allora, è essenziale promuovere un dialogo aperto, dove ogni idea possa essere messa in discussione, stimolando il pensiero critico».

Non solo geopolitica e liberismo, ma anche scienza

E proprio per esortare ad ampliare le prospettive di pensiero dei partecipanti agli incontri, ricorda la presidente, sono state organizzate – tra le altre – conferenze con Lucio Caracciolo (direttore della rivista italiana di geopolitica ‘Limes’), per riflettere sul liberalismo attuale, ma anche di geopolitica; con Roberto Cingolani (fisico italiano e già ministro italiano), per fare il punto sull’intelligenza artificiale; con Roberto Balzaretti (già Segretario generale del Dipartimento federale degli affari esteri) per spiegare le relazioni tra la Confederazione e l’Unione Europea e molte altre importanti personalità. «La cultura deve essere di tutti. A ogni incontro trattiamo temi d’attualità e invitiamo una figura esperta e un ‘saggio’ per poter riflettere sull’impatto di tali temi sull’individuo o sulla società. Cerchiamo di proporre conferenze non troppo lunghe e con temi scevri da pregiudizi. Ci siamo aperti a un pubblico più ampio e vogliamo aiutare, soprattutto i più giovani, a sviluppare un senso critico rispetto ai temi affrontati, senza, però, annoiare».

‘Abbiamo dimenticato le radici liberali’

Tutti questi eventi proposti, sebbene variegati, intendono avere una linea comune: «Il pensiero del Battaglini. O almeno quello che per noi rappresenta la congiunzione del pensiero liberale radicale con lo sviluppo sociale attraverso l’educazione e la formazione». Il Circolo ritiene dunque fondamentale promuovere un dialogo aperto per sviluppare le conoscenze di cultura politica, un compito che, per Ferrari Gamba, non spetta ai partiti: «Riprendendo le parole di Pino Bernasconi, un partito non è un’accademia di studi politici. Il suo compito è quello di affermarsi nella pratica, realizzando programmi e affrontando le sfide del momento, con una visione lungimirante. La cultura politica, che promuoviamo con il Circolo, invece, deve dibattere e valutare le idee politiche che si susseguono nella storia, mantenendo salda l’idea di una società volta alla giustizia e al progresso». E proprio quest’ultimo valore sembra assente nella maggior parte dei discorsi politici attuali: «Il pensiero liberale è cambiato parecchio in questi anni. Abbiamo un po’ dimenticato questa radice liberale che mira a una visione più ampia dei vari progetti, come avevano i politici di allora. Lottando, erano riusciti a farsi ascoltare da Berna e a concretizzare un pensiero ideologico a favore della gente. Ora, invece, mancano politici alla Battaglini. Le discussioni attuali – sia quelle dei liberali che quelle degli altri schieramenti politici – hanno perso i fondamenti sui quali i partiti sono stati ideati. Questo accade perché molti neo politici, che non sono necessariamente solo giovani, non hanno cultura politica e non hanno delle convinzioni solide da portare avanti con coerenza».

La politica odierna, continua la presidente, «tende ad ascoltare la pancia della gente. Agendo così, senza avere il coraggio di portare avanti dei progetti lungimiranti e, a volte, anche impopolari, si rischia di seguire un’opinione collettiva che è spesso priva della preparazione necessaria per affrontare un determinato dossier. Da qui nascono progetti interrotti a metà o continuamente modificati. Ora, senza fare di tutta l’erba un fascio, manca la passione per la politica».

‘Non cercava la gloria personale’

La passione per la res publica ha contraddistinto la vita di Carlo Battaglini, tanto da meritarsi l’intitolazione di una via a Lugano – in seguito ribattezzata via Pietro Peri – e una in Capriasca, di una piazza e la costruzione di un monumento da parte di Luigi Vassalli e di Antonio Soldini. Per comprendere meglio il suo pensiero e il suo lavoro, si può partire proprio dall’incontro organizzato dal Circolo in occasione dei festeggiamenti di fine gennaio.

Per l’occasione, è stata proposta una chiacchierata «surreale, ma simpatica, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale» tra lo stesso Carlo Battaglini, la presidente e il vicepresidente del Circolo, Giovanni Zavaritt: «Abbiamo scelto i temi che per noi erano i più attuali: l’etica nella politica; il legame tra Chiesa e Stato, in particolare il concetto di separazioni dei poteri, e il rapporto tra la Confederazione e il Ticino, poiché, oggi come allora, a volte si fatica a farsi ascoltare da Palazzo federale». Riguardo al primo di questi tre temi, Ferrari Gamba ricorda: «Parafrasando le parole di Battaglini rivolte al neo eletto consigliere di Stato Sebastiano Beroldingen (carica coperta nei mandati 1849-52 e 1855-58) aveva ricordato: “Non avrai gloria, non avrai amici, ma tu non ti curare, la tua convinzione ti premierà”. È proprio questo che devono fare i politici: portare avanti le idee e rispettare la società e gli elettori, senza dover cercare la gloria personale, che in questo campo si tramuta spesso in favori o incarichi più o meno pubblici», come incarichi in Consigli di amministrazione di aziende con forti legami con la politica.

‘Sparò alla tonaca di un prete’

Quanto al legame con la Chiesa, Battaglini inizialmente aveva scelto gli studi ecclesiastici, prima in Ticino e poi a Milano. Tuttavia, proprio nella città lombarda – allora controllata dall’Impero austro-ungarico –, si fece notare per le sue idee liberali e fu costretto a scappare a Ginevra, dove iniziò a studiare diritto anche con il sostegno di Filippo Camperio, nipote dei fratelli Filippo e Giacomo Ciani. Il suo spirito battagliero e liberale lo accompagnò anche in Ticino, «dove con un gesto goliardico sparò a una tonaca di un prete» e propose, in una sessione di Gran Consiglio del 1841, l’espulsione di tutti i monaci che dal 1803 in avanti sono entrati nei conventi ticinesi. «I liberali erano ricordati come ‘mangiapreti’ – continua Ferrari Gamba –, ma il concetto principale era quello della divisione dei poteri, ne è un esempio la creazione della scuola pubblica».

‘Ha gettato le basi del Ticino moderno’

L’ultimo punto per comprendere le idee di una delle figure cardine del liberalismo ticinese dell’Ottocento, è la sua visione dei legami tra Ticino e Svizzera. Ferrari Gamba ricorda che Battaglini «sosteneva che da Berna i ticinesi venivano considerati dei ‘poveretti’. Lui però ricordava che erano dei fedeli confederati, ma non potevano snaturare le loro radici italiche e la loro cultura». La difficoltà di essere ascoltati non lo fermò e «con impegno pubblico si batté per la realizzazione della linea ferroviaria del Monte Ceneri, un collegamento cruciale che rischiava di essere costruito altrove, danneggiando l’intero cantone». La passione di Battaglini, conclude Ferrari Gamba, è quasi assente ai giorni nostri. Mancano persone come lui. Era un combattente. Con determinazione e con ideali di progresso e libertà repubblicane, nel bel mezzo di un’Europa monarchica e autoritaria, ha gettato le basi del Ticino moderno». Proprio per questa sua passione, «su proposta di Giuseppe Martinola, il Circolo culturale liberale prese il nome Carlo Battaglini, che incarna bene la tradizione liberale ticinese».

Articolo di Carlo Canonica. Pubblicato su “La Regione” del 13 marzo 2205

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