
Care amiche e cari amici liberali radicali,
Sul piano internazionale, stiamo attualmente assistendo ai più importanti sconvolgimenti in materia di politica di sicurezza dal crollo dell’Unione Sovietica. L’Ucraina è in crescente difficoltà, il regime di Putin è stato riabilitato e, con Donald Trump alla presidenza, non è certo che gli Stati Uniti continueranno ad aiutare il continente europeo in tempo di guerra. Il PLR presenta quindi sette richieste per garantire la nostra sicurezza e la nostra libertà.
- Mantenere il sangue freddo
Stiamo vivendo la fine di un’epoca. E nessuno sa ancora come sarà quella in cui stiamo entrando. In questa fase di transizione incerta e confusa, la Svizzera ha bisogno di sangue freddo per analizzare attentamente la situazione e di pazienza per perseguire i propri interessi in modo strategico. Infatti, solo in un ordine mondiale basato su regole chiare, può prosperare un piccolo Stato democratico, liberale e aperto al mondo.
- No ai potentati stranieri
Quando le grandi potenze si spartiscono il mondo, le piccole nazioni ne pagano il prezzo. Non vogliamo essere dominati dalle grandi potenze e non seguiamo né gli autocrati come Vladimir Putin, né gli uomini forti come Donald Trump. Troppe persone nel nostro Paese si lasciano accecare da questi leader. Oggi sono l’Ucraina e la Groenlandia ad essere colpite. Domani potrebbe toccare alla Polonia o alla Svizzera.
- Investire di più per la nostra sicurezza
Il nostro esercito ha bisogno di miliardi supplementari. Un esempio: la Svizzera riceverà presto due sistemi Patriot, che dovrebbero proteggerci da attacchi missilistici o con droni. La Svizzera ha una superficie di 41’000 chilometri quadrati. Ma i Patriot coprono, ciascuno, solo 7’500 chilometri quadrati. Proteggeremmo Zurigo e San Gallo, Basilea e Berna o Ginevra e Losanna? Per non parlare delle regioni periferiche.
- Servizio militare
Ogni anno l’esercito perde più di 6.000 persone a favore del servizio civile. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina era solo una negligenza. Oggi è una condizione irresponsabile. Mentre i nostri vicini si stanno riarmando, alcuni corsi di ripetizione non dispongono nemmeno di un cuoco. Nonostante ciò, il Consiglio federale da anni non riesce a proporre un nuovo modello di servizio. Eppure la soluzione c’è: più esercito, più protezione civile e abolizione o limitazione del servizio civile.
- Salvare la nostra industria degli armamenti
Il nostro modello di neutralità armata impone un’industria degli armamenti competitiva e sostenibile. In un piccolo Paese come la Svizzera, ciò significa che queta industria essere in grado di esportare all’estero. Solo che la sinistra, il Centro e l’UDC hanno decretato un divieto di fatto alle esportazioni. Il PLR invita tutti i partiti a modificare immediatamente la legge sul materiale bellico. Concretamente, la riesportazione di armi verso i suoi paesi partner, deve tornare ad essere possibile a determinate condizioni. E questo prima della fine dell’anno.
- Esercizi preparatori
In caso di guerra, la Svizzera difende il proprio territorio. Ma, ad esempio, per difendersi da un attacco missilistico, ha bisogno dell’aiuto dei Paesi vicini. Per questo motivo è necessario intensificare le esercitazioni con la NATO per addestrarsi a respingere, ad esempio, un attacco russo. Non è una novità. Il generale Guisan aveva già testato con la Francia la “manovra H”, in cui l’esercito francese avrebbe preso posizione in Svizzera con la sua artiglieria.
- Preservare una neutralità al servizio della Svizzera
La neutralità armata della Svizzera oggi è minacciata da due partiti politici. Il partito socialista persiste nel voler abolire l’esercito. Ancora l’anno scorso , il PS parlava di «costume folcloristico». L’UDC vuole invece costringere la Svizzera e la sua neutralità in un corsetto estremamente rigido. La sua «iniziativa pro-Putin» rafforzerebbe gli autocrati e impedirebbe alla Svizzera di difendere i propri interessi in modo intelligente nei conflitti.
Invece di nascondersi dietro falsi slanci pacifisti o cedere all’aggressore, come hanno fatto gli abolizionisti dell’esercito del PS e i sostenitori di Putin dell’UDC, oggi serve coraggio. Il coraggio dei liberali radicali di resistere ai pacifisti. E il coraggio del PLR di rendere nuovamente sicura la Svizzera. Continueremo a sostenere senza sosta un esercito in grado di difendersi, un ordine mondiale basato su regole, l’autodeterminazione dell’Ucraina e la neutralità armata.
Cordiali saluti,
PLR.I Liberali Radicali