7 Marzo 2025
PLR

Proteggiamo la Svizzera

Proteggiamo la Svizzera

Care amiche e cari amici liberali radicali,

Sul piano internazionale, stiamo attualmente assistendo ai più importanti sconvolgimenti in materia di politica di sicurezza dal crollo dell’Unione Sovietica. L’Ucraina è in crescente difficoltà, il regime di Putin è stato riabilitato e, con Donald Trump alla presidenza, non è certo che gli Stati Uniti continueranno ad aiutare il continente europeo in tempo di guerra. Il PLR presenta quindi sette richieste per garantire la nostra sicurezza e la nostra libertà.

  1. Mantenere il sangue freddo

Stiamo vivendo la fine di un’epoca. E nessuno sa ancora come sarà quella in cui stiamo entrando. In questa fase di transizione incerta e confusa, la Svizzera ha bisogno di sangue freddo per analizzare attentamente la situazione e di pazienza per perseguire i propri interessi in modo strategico. Infatti, solo in un ordine mondiale basato su regole chiare, può prosperare un piccolo Stato democratico, liberale e aperto al mondo.

  1. No ai potentati stranieri

Quando le grandi potenze si spartiscono il mondo, le piccole nazioni ne pagano il prezzo. Non vogliamo essere dominati dalle grandi potenze e non seguiamo né gli autocrati come Vladimir Putin, né gli uomini forti come Donald Trump. Troppe persone nel nostro Paese si lasciano accecare da questi leader. Oggi sono l’Ucraina e la Groenlandia ad essere colpite. Domani potrebbe toccare alla Polonia o alla Svizzera.

  1. Investire di più per la nostra sicurezza

Il nostro esercito ha bisogno di miliardi supplementari. Un esempio: la Svizzera riceverà presto due sistemi Patriot, che dovrebbero proteggerci da attacchi missilistici o con droni. La Svizzera ha una superficie di 41’000 chilometri quadrati. Ma i Patriot coprono, ciascuno, solo 7’500 chilometri quadrati. Proteggeremmo Zurigo e San Gallo, Basilea e Berna o Ginevra e Losanna? Per non parlare delle regioni periferiche.

  1. Servizio militare

Ogni anno l’esercito perde più di 6.000 persone a favore del servizio civile. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina era solo una negligenza. Oggi è una condizione irresponsabile. Mentre i nostri vicini si stanno riarmando, alcuni corsi di ripetizione non dispongono nemmeno di un cuoco. Nonostante ciò, il Consiglio federale da anni non riesce a proporre un nuovo modello di servizio. Eppure la soluzione c’è: più esercito, più protezione civile e abolizione o limitazione del servizio civile.

  1. Salvare la nostra industria degli armamenti

Il nostro modello di neutralità armata impone un’industria degli armamenti competitiva e sostenibile. In un piccolo Paese come la Svizzera, ciò significa che queta industria essere in grado di esportare all’estero. Solo che la sinistra, il Centro e l’UDC hanno decretato un divieto di fatto alle esportazioni. Il PLR invita tutti i partiti a modificare immediatamente la legge sul materiale bellico. Concretamente, la riesportazione di armi verso i suoi paesi partner, deve tornare ad essere possibile a determinate condizioni. E questo prima della fine dell’anno.

  1. Esercizi preparatori

In caso di guerra, la Svizzera difende il proprio territorio. Ma, ad esempio, per difendersi da un attacco missilistico, ha bisogno dell’aiuto dei Paesi vicini. Per questo motivo è necessario intensificare le esercitazioni con la NATO per addestrarsi a respingere, ad esempio, un attacco russo. Non è una novità. Il generale Guisan aveva già testato con la Francia la “manovra H”, in cui l’esercito francese avrebbe preso posizione in Svizzera con la sua artiglieria.

  1. Preservare una neutralità al servizio della Svizzera

La neutralità armata della Svizzera oggi è minacciata da due partiti politici. Il partito socialista persiste nel voler abolire l’esercito. Ancora l’anno scorso , il PS   parlava di «costume folcloristico». L’UDC vuole invece costringere la Svizzera e la sua neutralità in un corsetto estremamente rigido. La sua «iniziativa pro-Putin» rafforzerebbe gli autocrati e impedirebbe alla Svizzera di difendere i propri interessi in modo intelligente nei conflitti.

Invece di nascondersi dietro falsi slanci pacifisti o cedere all’aggressore, come hanno fatto gli abolizionisti dell’esercito del PS e i sostenitori di Putin dell’UDC, oggi serve coraggio. Il coraggio dei liberali radicali di resistere ai pacifisti. E il coraggio del PLR di rendere nuovamente sicura la Svizzera. Continueremo a sostenere senza sosta un esercito in grado di difendersi, un ordine mondiale basato su regole, l’autodeterminazione dell’Ucraina e la neutralità armata.



Cordiali saluti,
PLR.I Liberali Radicali

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