Se l’obiettivo del PLR, in queste intense settimane di confronto sul preventivo 2025 di Lugano, fosse stato soltanto quello di aprire un dibattito serio, critico ma serenamente costruttivo sulle finanze della città, potremmo ritenere di averlo raggiunto. Ma rischieremmo di sbagliarci: anzitutto perché di parole ne sono sempre state dette molte, il più delle volte a scapito dei fatti, e poi soprattutto perché la nostra postura decisa non avrebbe potuto non suscitare la reazione altrettanto decisa ma prevedibilmente scomposta di chi per ragioni diverse in questi anni ha preferito continuare a confidare nei margini d’azione garantiti da un’economia in crescita che in crescita non è più.
E allora oggi meglio limitarsi ad incassare con mitigata soddisfazione e contenuto ottimismo le parole del Sindaco sul ruolo giocato dal nostro partito in questa nuova dinamica ma anche con una buona dose d’inquietudine dettata dall’incoerenza espressa nei voti della Lega. Come dire che oltre un certo livello di critica la visione del problema si sfuma nelle pieghe dei sentimenti di rivalsa e nei personalismi, per trasformarsi nella bocciatura mirata dei due dicasteri guidati dai municipali PLR dopo che qualche minuto prima si era richiamato tutti alla responsabilità in nome del bene dei cittadini. Nel calcio sarebbe stato definito nient’altro che un fallo di frustrazione.
Non vogliamo aggrapparci a polemiche sterili e paralizzanti né tantomeno buttarla in rissa come troppo spesso si tenta di fare nel nostro Cantone. Preferiamo immaginare che lo strascico naturale delle discussioni che abbiamo suscitato sia un approccio concreto ai problemi e una chiara definizione delle priorità, aspetti promessi per il primo semestre del prossimo anno. L’ente pubblico non può più permettersi di essere l’unico ad arrivare in ritardo laddove i cittadini e le aziende – a causa dei costi crescenti i primi, della forza del franco, del prezzo dell’energia e del panorama internazionale sempre più competitivo le seconde – già da tempo hanno dovuto cambiare passo.
Se davvero tutti sono concordi sulla necessità di agire che si agisca, magari cercando di ottimizzare i rendimenti di alcuni “gioielli di famiglia” di cui beneficiano un po’ tutti attorno alla città. Se Agno chiede contributi per il circo Knie ai comuni confinanti, perché Lugano non potrebbe fare altrettanto con i suoi centri di aggregazione culturale e sportiva? Perché mettere i soldi di AIL (i nostri soldi) come Naming partner dell’arena sportiva del PSE invece di lasciare spazio ad un marchio privato? Nel nome del nuovo stadio e delle sue torri non sarebbe l’occasione di traferire le attività amministrative di AIL facendo in modo che le imposte pagate alla città di Lugano si avvicinino al 100%?
Buon Natale a tutti i luganesi e buon lavoro al Municipio e al Consiglio Comunale.
Paolo Morel presidente PLR Lugano