13 Settembre 2024
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Monte San Giorgio: nuovi ritrovamenti di importanza mondiale

Monte San Giorgio: nuovi ritrovamenti di importanza mondiale

Dopo un secolo di indagini, il sito UNESCO del Monte San Giorgio continua a sorprendere con nuove informazioni sul periodo Triassico, per intenderci: oltre 200 milioni di anni fa, grazie a scoperte che arricchiscono la conoscenza scientifica globale.

Recentemente, sulla rivista scientifica Communications Biology del gruppo Nature, è stata pubblicata la scoperta di 248 fossili di insetti, risalenti a 239 milioni di anni fa. Questi reperti, sono stati rinvenuti durante le campagne di scavo condotte dal Museo cantonale di storia naturale di Lugano (MCSN) tra il 2020 e il 2023 lungo il torrente Gaggiolo, vicino a Meride, oggi parte della città di Mendrisio.

In particolare, un team di ricercatori del MCSN, in collaborazione con Matteo Montagna, professore di entomologia generale presso l’Università Federico II di Napoli, e la collega Giulia Magoga, ha descritto una fauna triassica di insetti in uno stato di conservazione straordinario. Questi ritrovamenti oggi forniscono preziosi indizi sull’evoluzione di vari gruppi di insetti successivi all’estinzione di massa avvenuta 251 milioni di anni fa. Nonostante le dimensioni ridotte (da 2 millimetri a 2,5 centimetri), i fossili del Monte San Giorgio conservano dettagli morfologici eccezionali. La varietà morfologica è significativa, e comprende sia specie d’acqua dolce come libellule e tricotteri, sia terrestri come blatte, cimici e vespe.

Per esempio, tra le scoperte più rilevanti vi è la più antica vespa finora rinvenuta ed una femmina di blattoideo conservata con gli organi riproduttivi. Particolarmente affascinante è la presenza di strutture tondeggianti sull’addome di diversi esemplari di ditteri, che comprende mosche e zanzare, che potrebbero essere sia strutture riproduttive dell’insetto, sia spore di muschi primitivi. Se ulteriori studi confermassero questa seconda ipotesi, i fossili costituirebbero la prima evidenza di un ruolo degli insetti nella dispersione delle unità riproduttive delle piante, aprendo nuove prospettive sull’evoluzione dell’impollinazione.

Grazie a questi ritrovamenti, una pubblicazione edita dalla rivista scientifica Swiss Journal of Palaeontology già in aprile anunciava la scoperta del primo esemplare completo di una famiglia di insetti ormai estinta, il Merithone laetitiae.

L’eccezionale stato di conservazione e la diversità di questi fossili ci offrono una rara finestra sul passato, dimostrando la capacità di adattamento di alcuni gruppi di insetti ai più catastrofici eventi di estinzione di massa della storia terrestre poi accaduti in epoche successive, e che portarono all’estinzione di circa l’80% delle specie viventi.

La straordinaria collezione di fossili, custodita al MCSN, oltre a portare un contributo fondamentale alla comprensione dell’evoluzione degli insetti, evidenzia a livello mondiale anche l’importanza del sito UNESCO del Monte San Giorgio nell’ambito della ricerca scientifico-archeologica globale, e lo distingue per una unicità dei suoi elementi storici ed identitari che meritano considerazione per destagionalizzare le proposte culturali offerte dal nostro territorio.

Andreas Grandi

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