La nuova tassazione per le persone giuridiche porterà a Lugano un calo stimato delle entrate di circa 20 Mln. dal 2025. In realtà questo dato è provvisorio poiché vi sarà la possibilità di applicare un differente moltiplicatore per le imposte dirette tra persone fisiche e giuridiche che può ricompensare il minor gettito. Questa novità, che ha acceso diversi dibattiti ed interrogazioni nelle scorse settimane, potrebbe generare una sfida al ribasso del moltiplicatore tra comuni, favorendo i più piccoli o meno dipendenti dalle entrate delle persone giuridiche, invogliati a puntare, come fossimo ad un tavolo da poker (perché sembra proprio un azzardo) su una differenziazione del moltiplicatore favorevole per attirare nuovi contribuenti. Ovviamente per loro il costo del “chip” per partecipare alla partita avrebbe un peso ed impatto diverso rispetto a chi ha bilanci dipendenti da questa voce.
Ma siamo sicuri, poi, che abbiano tutte le carte buone per giocare e non sia solo un bluff? Perché non basta promettere una bassa aliquota per essere attrattivi, qualche contropartita va anche data al contribuente e a vari livelli. Pensiamo alla logistica, alle infrastrutture, ai servizi della pubblica amministrazione, tutti molto diversi se tarati prettamente sui privati rispetto ad uffici o imprese.
E se a questo tavolo del poker si sedesse anche Lugano? Se lo facesse calando un “all-in”, con uno sconto del moltiplicatore per le persone giuridiche molto attrattivo? Nel breve si riscontrerebbe un impatto negativo ma nel lungo periodo ci sarebbe la possibilità di innescare un circolo virtuoso pronto ad alimentare nuovamente, e con maggiore vigore, le entrate di bilancio.
La città ha già tutte le infrastrutture, gli immobili, le competenze ed i servizi per soddisfare ogni esigenza dei nuovi contribuenti. Offre una qualità della vita elevata anche per le persone fisiche, che alla fine sono i soggetti che decidono lo spostamento di sede, e sono influenzati in questa scelta anche dallo stile di vita offerto a loro, ai dipendenti e alle loro famiglie. Lugano vanta la presenza del LAC, dei futuri PSE e Città della musica, delle attuali USI e SUPSI, diversi negozi e commerci, solo per citarne alcuni. Se fosse quindi Lugano a calare il poker d’assi dell’attrattività fiscale, sbaraglierebbe la concorrenza degli altri comuni seduti al tavolo?
Una politica attiva di concorrenza fiscale, per quanto possa far storcere il naso ad una certa area politica, sarebbe il volano per incrementare indirettamente le entrate derivanti dalle persone fisiche, per attirare nuove imprese, per attirare nuovi investimenti, per crescere e favorire un circolo virtuoso. Invece di continuare a giocare in difesa bisogna avere il coraggio di attaccare, proporre, attrarre. Un calo prevedibile e sopportabile di entrate nel breve periodo potrebbe trasformarsi in un incremento nel medio, rilanciando la locomotiva del Cantone. Nel frattempo si potrebbe agire anche sul perfezionamento delle spese correnti (la concorrenza fiscale deve essere accompagnata da altre misure efficienti sul lato della spesa), sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, sulla capacità di autofinanziamento della città. Forme di risparmio e ottimizzazione che possono condurre ad un moltiplicatore sempre più favorevole per tutti i contribuenti.