Lo sforzo economico che Lugano sostiene per i contributi di livellamento (la quota che i Comuni con risorse fiscali procapite maggiori della media cantonale versano a quelli con risorse fiscali inferiori al 90% della media cantonale) sta diventando insostenibile per il bilancio della città.
Per fare un confronto, nel 2011 questi contributi ammontavano complessivamente a circa 24 milioni, nel 2016 a circa 22 milioni, per arrivare nel 2022 a 30 milioni, corrispondenti a quasi 10 punti percentuali del moltiplicatore.
Per quanto tutti comprendiamo il concetto di solidarietà comunale, giustificata per i Comuni che hanno poche risorse ma non a favore di chi è poco efficiente, hanno ragione i luganesi: abbiamo raggiunto il limite di contribuzione.
Diventa sempre più difficile giustificare, dopo i tanti tagli e sacrifici che Lugano ha affrontato in questi anni e l’aumento dei costi di molti servizi, gli oltre 30 milioni che la città versa a Comuni che magari tutto questo controllo della spesa non lo applicano. Il sistema purtroppo non premia i virtuosi o penalizza chi non fa bene i propri compiti. Il conteggio, inoltre, è sempre calcolato in ritardo poiché fatto su una media di diversi anni e non su una fotografia puntuale. Facendo i calcoli per Lugano, 3 milioni versati equivalgono a circa 1% di moltiplicatore. Bisogna cambiare le regole.
Abbiamo il diritto (e dovere) di ridiscutere da subito il livello di contribuzione, in vista anche della entrata in vigore, dal 2025, della possibilità di differenziare l’imposta tra persone fisiche e giuridiche. Riforma che creerà una ulteriore competizione fiscale tra comuni, con conseguenze negative sulle entrate.
Il rischio imminente è quello che le persone giuridiche e fisiche scelgano Comuni con moltiplicatori più bassi, continuando però ad usufruire dei servizi che Lugano mette a disposizione per tutti, non solo per i residenti. Teatri, musei, lidi, centri sportivi, una offerta ampia che obbliga Lugano a continui investimenti per le grandi opere (PSE, Centro Congressi, strade, etc..), necessari a rendere la città sempre attrattiva. Costi che sostengono soprattutto i luganesi ma che vanno a beneficio di tutti i Comuni limitrofi e del Cantone.
In tempi di crisi o difficoltà economiche è purtroppo comune osservare una tendenza a proteggere le proprie risorse e a diventare meno indulgenti. Tuttavia, il mio intento non è affatto quello di promuovere questa mentalità. È corretto però invitare tutti i Comuni ticinesi a concentrarsi sull’ottimizzazione dei bilanci e definire politiche di spesa consapevoli, senza contare sul borsello degli altri.
Evitare una guerra fiscale fratricida è fondamentale: indebolire Lugano, visto i numeri sopra, significa indebolire l’intero Cantone.
Carlo Regondi, Candidato PLR al Municipio e Consiglio Comunale di Lugano