Cantone e Confederazione sono attivi da tempo nella ricerca di misure per contenere i costi della salute, la domanda da porsi è se si tratta di misure realmente efficaci.
Prima misura: Il Consiglio di Stato ticinese ha recentemente ritoccato il valore del punto dei medici da 0.93 cts a 0.91 per le spese ambulatoriali. Ma cos’è il valore del punto? Quando il medico ci invia la sua nota d’onorario leggiamo un elenco di prestazioni, ogni prestazione ha un valore definito in punti e la somma dei punti definisce la nota d’onorario. Prima della decisione del CdS 100 punti valevano 93 franchi oggi il medico fattura 91 franchi. Nel 1996 erano 120 franchi perché il punto valeva 1.20. Il DSS sembra aver adottato un approccio pragmatico: “quello ticinese è uno dei valori più alti a livello nazionale”, con una differenza del 10% rispetto al punto Tarmed per le cure ospedaliere ambulatoriali. Sappiamo però che altri Cantoni hanno un punto ambulatoriale più alto del nostro (GE e VD) e che molti Cantoni della Svizzera tedesca hanno la possibilità di vendere medicamenti. Inoltre il costo per paziente in Ticino è nella media Svizzera e da sempre abbiamo un numero di pazienti di età più avanzata rispetto al resto della Svizzera (più l’età avanza e più aumenta la spesa per le cure).
Seconda misura: la moratoria degli studi medici prevede requisiti precisi affinché il medico possa ottenere il suo numero di concordato (necessario per fatturare alle casse malattia). Da una parte si vuole ridurre l’offerta medica dall’altra però mancano medici. Attingiamo sempre più a medici stranieri, perché rispariamo sui costi della loro formazione ma ci rendiamo dipendenti dall’estero. Costerà di più alla Svizzera ma credo sia giunto il momento di togliere il numerus clausus e tornare a formare medici sul territorio.
Terza misura: la trasformazione delle cure in degenza in cure ambulatoriali. Le cure in degenza in ospedale sono pagate per il 55% dal Cantone mentre il 45% è pagato dai pazienti attraverso il premio di cassa malati. Più si spinge (indicazione della Confederazione) l’ambulatoriale più il paziente nonché le casse malati pagano, mentre i cantoni risparmiano.
In conclusione 3 tentativi, certamente lodevoli, che lasciano aperto qualche interrogativo sull’effettiva efficacia complessiva.
Il contenimento dei costi della salute è una sfida complessa perché coinvolge molti attori con interessi diversi e perché non sempre abbiamo la trasparenza necessaria a capirne le molteplici implicazioni.
Affinché si possano trovare soluzioni equilibrate ed efficaci che continuino a garantire un accesso sostenibile alle cure sanitarie a tutti i cittadini ritengo fondamentale che tutte le parti coinvolte si parlino e lo facciano in modo trasparente. Solo con un approccio cooperativo si potranno affrontare le sfide future della salute pubblica.