Ancora pochi giorni e ci avviciniamo al 2 aprile, data nella quale potremo eleggere il nuovo Parlamento Cantonale e avviare la nuova legislatura. Tuttavia, tenuto conto del basso profilo che sembra prevalere nella campagna elettorale, la notizia di maggior rilievo sembra essere quello di un aumentato astensionismo oppure del voto SSI senza intestazione. In realtà ormai da decenni siamo confrontati con un fenomeno di disaffezione sempre maggiore verso la politica da parte dei cittadini e di una crescente sfiducia nei partiti e, come riporta l’Ufficio Federale di statistica, circa la metà degli aventi diritto non vota e non è interessato ad esprimere la propria opinione.
Come cittadino e come politico non posso che interrogarmi su questo dato che evidenzia un disinteresse da parte del cittadino sull’andamento politico, gestionale e normativo del proprio paese, e mi chiedo come mai tutti parliamo in qualche modo di politica ma poi non esprimiamo il nostro consenso oppure il nostro malcontento con il voto? Quali sono le responsabilità della politica e dei politici, quali gli errori commessi nel relazionarsi con i cittadini, quali strategie utilizzare per riuscire a coinvolgere quante più persone possibili al voto?
Di fronte all’evidenza statistica i politici, e chi appartiene alle istituzioni, devono interrogarsi sul reale impegno nel tentativo di coinvolgere (costantemente!) i cittadini sul piano informativo e motivarli ad una maggiore partecipazione. I cittadini non devono essere trattati solo come un bacino di voti da cui attingere durante la campagna elettorale, devono essere educati quotidianamente alla conoscenza politica del loro paese. Cosa può votare un cittadino se tra una elezione e l’altra non viene minimamente coinvolto nella Res Pubblica? La scarsa partecipazione al voto è causata, prima di tutto, da una bassa conoscenza della politica e dal fatto che, a molti individui, mancano contatti personali coi politici. Il GAP tra cittadini e politici dev’essere colmato anche favorendo le relazioni personali tra politici e persone. Chi ha un ruolo istituzionale deve, quindi, presenziare tra la gente, non solo attraverso i comizi politici, a cui partecipano solo gli affezionati, ma anche in quei luoghi anche “marginali” in cui vi sono coloro che in genere non votano. Il politico è al servizio dei cittadini, lo scrivo con una metafora: immaginiamo lo Stato come una grande azienda, i cui azionisti siamo noi cittadini che con il voto scegliamo i dirigenti, i quali sono pagati con le nostre tasse per gestire l’apparato dello Stato e favorire lo sviluppo del Paese, il benessere per tutti; se non lavorano bene si deve avere il coraggio di cambiare “dirigenti” e sceglierne nuovi, con competenza e forte volontà.
Alla scarsa partecipazione al voto dei cittadini svizzeri si aggiunge anche un altro paradosso, quello degli stranieri che vorrebbero contribuire alla politica del paese che hanno scelto come patria d’elezione ma non sempre riescono a trovare il necessario sostegno. Per me è un onore poter contribuire alla crescita della Svizzera, con l’esercizio dei miei diritti e il mettermi al servizio del bene comune. Bisognerebbe impegnarsi affinché nel cuore di tutti i cittadini, di coloro che sono nati qui e di quelli che hanno scelto di venire a vivere in Svizzera, si riaccenda la voglia di esercitare la propria libertà di voto. Per far questo servono informazione politica costante, onesta e sincera, serve rispetto e coinvolgimento e, soprattutto, relazioni umane.
Innocenzo Caizza
Candidato PLR al Gran Consiglio