Prendo spunto dal recente articolo apparso sul CdT, sotto la penna del Vicedirettore Gianni Righinetti e dall’opinione espressa in proposito dell’Onorevole Bertoli (al quale auguro pronta guarigione) lunedì scorso, per fare, a mia volta, qualche riflessione sulla campagna in corso.
Il fenomeno del disinteressamento da parte della popolazione alle vicende politiche e il conseguente assenteismo agli appuntamenti ufficiali non è una caratteristica cantonale. Esso esiste e concerne tutte le società democratiche, in particolare quelle occidentali.
Il disinteresse appare, senza rallegrarmene, bipartisan, volendo fare uso in maniera semplificata della dicotomia: destra – sinistra. Ma destra e sinistra non sono esistite sempre. Esse nascono con la Rivoluzione francese e si sono evolute e differenziate con l’evolversi della società portando con se variazioni sul significato e sui valori di ciascuna corrente di pensiero. A seconda del periodo storico concetti cari ad una parte riemergevano in quella opposta. Il concetto di Patria, Nazione oggi tendenzialmente di destra, era di sinistra per gli oppositori “dell’Ancien Régime” e “Patria o muerte” scandivano i rivoluzionari dei movimenti di liberazione dal colonialismo della seconda metà del secolo scorso. Fino alla caduta del muro di Berlino era probabilmente più facile, per il cittadino elettore, fare riferimento all’una o all’altra corrente di pensiero. Dopo il 1989 e con l’avvento della globalizzazione il paradigma della società è stato stravolto ed ha subito rapidi e profondi mutamenti. Le nazioni dell’ex Patto di Varsavia, abbandonata l’economia pianificata, hanno fatto propri e con fervore l’economia di mercato, il capitalismo ed il consumismo ad essa legato. Da un lato, abbiamo assistito ad uno spostamento dei bisogni e degli interessi e dall’altro, oltre al disinteresse, anche ad una ridotta cultura e conoscenza politica. In particolare nei giovani, nei “millenial” manca cultura civica, conoscenza del funzionamento delle istituzioni. In Ticino, la civica è diluita all’interno di altre materie, quale sottoprodotto di storia, diritto e geografia. Un peccato, un’occasione persa, poiché l’insegnamento della civica è un elemento essenziale per il mantenimento e lo sviluppo della democrazia. Contribuisce a formare cittadini consapevoli, responsabili e attivi, capaci di partecipare in modo costruttivo alla vita della loro comunità oltre a sviluppare l’attitudine alla tolleranza, alla cooperazione e al rispetto delle diversità.
Infine, per quanto riguarda i media, essi svolgano un sano lavoro di divulgazione, basterebbe leggerli, magari non limitandosi al titolo. Quello che mi auguro per i media in generale è un ritorno più marcato al ruolo di “cane da guardia” della democrazia. Un’attitudine fondamentale sempre ma ancora più importante in tempi di emergenza o di crisi come quelli odierni, quando libertà e diritti civili possono essere messi in pericolo. Una stampa libera e “davvero” indipendente, soprattutto se pubblica, svolge un ruolo capitale nel mantenere la democrazia sana e funzionante, stimolando il cittadino ad interessarsi maggiormente alla “cosa pubblica”.
PAOLO MOREL presidente PLR Lugano
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