La violenza economica è un aspetto spesso trascurato della violenza domestica, un problema subdolo e difficilmente percepibile: gli abusi finanziari possono infatti assumere forme diverse nel sistema perverso della coercizione fra conviventi legati da una relazione tossica ove per “tossica” si intende qualsiasi legame tra persone che non si sostengono a vicenda, dove c’è conflitto e uno cerca di minare l’altro, dove c’è competizione, dove c’è mancanza di rispetto e di coesione, dove il denaro è una componente di controllo e dominazione.
In Svizzera si è dovuto aspettare la fine degli anni ’80 affinché le donne potessero aprire un conto bancario in quanto fino ad allora la dipendenza economica era sancita addirittura dalla legge. Ai giorni nostri, per alcune donne lasciare mano libera ai mariti/compagni non è affatto un problema, ogni coppia ha la sua dinamica nella gestione della propria quotidianità: a causare seri problemi è quando questa gestione rivela la sua vera natura ovvero un esercizio di potere e controllo. Sebbene il processo sia lento nel liberarsi degli stereotipi del passato, la questione del denaro permane una questione di genere. Sempre più famiglie si stanno rendendo conto che l’autonomia delle donne è importante, che la vita non è un lungo fiume tranquillo e che possono verificarsi molti imprevisti (divorzio, incidente sul lavoro, disoccupazione, eccetera). Una buona protezione della famiglia risiede nell’autonomia economica all’interno della coppia, in particolare se si è genitori. La distribuzione del lavoro non retribuito nell’ambiente domestico e la possibilità di usufruire di condizioni quadro utili a poter intraprendere un lavoro retribuito, determinano le condizioni ideali per combattere le derive negative.
Una rivoluzione culturale è in atto ma non è ancora abbastanza, non si può “mollare la presa”! Resta spesso complicato agire nel concreto perché le donne continuano ad essere pagate meno degli uomini, e sono sempre loro a ridurre o a lasciare il lavoro per prendersi cura dei figli e di altri componenti della famiglia. La spartizione dei compiti per un migliore equilibrio familiare, l’abbattimento degli stereotipi di genere, una cresciuta presenza di strutture per l’infanzia, lo sviluppo di percorsi formativi che aumentano le competenze anche in ambito finanziario, rappresentano azioni efficaci contro tutte le forme di violenza, economica compresa. Un impegno che le donne liberali radicali intendono assumersi, aiutare le donne a essere autonome per essere libere.
Mari Luz Besomi-Candolfi
Presidente Donne Liberali Radicali Ticinesi