La conferenza di Lugano sull’Ucraina offre alcuni interessanti spunti per il presente e il futuro della città. Non entro nel merito degli esiti politici e geopolitici della due giorni sulle rive del Ceresio, ma il respiro internazionale di cui Lugano ha beneficiato con la URC rappresenta una vera boccata d’ossigeno. Da un lato perché ha dimostrato che la Svizzera internazionale non è limitata a Ginevra, Davos, Berna o Zurigo, ma che vi sono competenze, qualità e capacità organizzative di prim’ordine anche a Sud dell’arco alpino.
Al di là delle polemiche sui potenziali disagi e sull’opportunità di tenere questo genere di summit proprio a Lugano, l’impressione da più parti raccolta, è che il centro cittadino non abbia subito enormi contraccolpi. Anche gli abitanti hanno superato senza troppe difficoltà la due giorni di incontri ai massimi livelli. Questo grazie all’ottima organizzazione e gestione da parte della polizia, che ha mostrato un elevato livello di preparazione. Gli «insopportabili disagi» sventolati alla vigilia dell’evento si sono rivelati per quel che erano: disagi.
Un po’ come certe allerte meteo, che già nel termine allerte racchiudono potenziale preoccupazione, che spesso si rivelano salutari acquazzoni.
Questa due giorni internazionale permette di gettare uno sguardo al futuro della città. Un futuro che può essere incentrato anche su eventi congressuali di ampio respiro, a cui vanno però garantite strutture adeguate e logisticamente all’avanguardia. Allo stesso tempo, questo genere di eventi possono e devono ruotare attorno al polo universitario che deve assumere maggiormente il ruolo di locomotiva del processo evolutivo della città e dell’intero cantone.
Il respiro internazionale di questi giorni ha fatto bene alla città perché oltre ad una visibilità qualitativa ha offerto una prospettiva interessante per lo sviluppo di Lugano. Non da ultimo quello della capacità di accogliere ospiti internazionali con le sue strutture alberghiere, la ristorazione e la sua offerta turistica. C’è stato qualche disagio? Si, ma difficilmente si raggiungono grandi risultati e si migliora senza abbandonare la comfort zone. Solo trovando il coraggio di abbandonare la confort zone riusciremo ad affrontare il cambiamento in atto a tutti i livelli. Lugano ha dimostrati di avere le carte in regola per farlo.